venerdì 21 novembre 2014

BalkanTour 2014: Mostar

Durante il soggiorno in Bosnia Erzegovina abbiamo fatto tappa per una notte nella città di Mostar, lasciandoci alle spalle l'affascinante e controversa Sarajevo. Tratto peculiare di questo stato è la varietà culturale comportata dalla compresenza nel territorio dell'etnie serbe, croata e bosniache. La storia ha voluto che in Bosnia si consumassero le fasi più devastanti del conflitto iugoslavo dei primi anni novanta, tra cui ricordiamo il lungo assedio di Sarajevo e il massacro di Srebrenica con il genocidio di più di 8000 musulmani bosniaci per mano dell'esercito serbo.

Oggi Mostar è una meta per il turismo, principalmente grazie all'affascinate commistione architettonica della città vecchia, rigogliosa di storia e di bancarelle zeppe di souvenir, ma anche per le numerose moschee, con custodi sempre disposti a spiegarne i rituali, ed ovviamente per il famoso "ponte vecchio" (lo Stari Most, costruito nel sesto secolo dagli ottomani) dal quale giovani del luogo si fanno pagare per far ammirare ai visitatori un tuffo da 24 metri d'altezza.  Ma il ponte che i turisti ora possono tranquillamente attraversare non è lo Stari Most originale: è una ricostruzione a regola d'arte sotto l'egida dell'Unesco, terminata nel 2004. Il perché rappresenta la trama silenziosa ma presente di questa città.




Nel 1993 il ponte fu bombardato e distrutto dalle forze bosniaco-croate che si contendevano l'amministrazione della città con i bosniaci-mussulmani. Gli scontri tra le diverse fazioni furono devastanti e, rispetto Sarajevo, la città  ne esibisce ancor più vivamente i segni sulle pareti delle case trivellate, alcune quasi accartocciate a pochi passi dal centro.
E' paradossale pensare che solo un anno prima le stesse forze difesero alleate la popolazione dagli attacchi aerei dell'esercito serbo. Ma questa paradossalità è la trama che permea l'ordine di questa convivenza inter-etnica, che non ci smette di affascinare.


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